venerdì 4 dicembre 2009

Perché sei qui? (No G8, L'Aquila 2009)

Radiosystempunkt
 
No G8 2009.
Roba vecchia? L'Aquila, L'Abruzzo e il terremoto ce li siamo già dimenticati?
Si.

Come dire... stare sul pezzo.

Fatto sta che oggi c'è il pentito Spatuzza che ci dice che siamo governati da Mafiosi. Ché vuole ridare "verità" alla Storia.
Domani c'è il No Berlusconi Day. Promosso dalla rete. E il più grande partito dell'opposizione non parteciperà.
E fra pochi giorni c'è il vertice sul clima a Copenaghen. Dovrebbe essere importantissimo per tutti. Difficilmente lo sarà.

La situazione è grossa. Ma anche comica e ridicola. Sostanzialmente drammatica.
Per cambiarla, o illudersi di poterla cambiare, esprimere senza paura le proprie idee è, e sarà, importante.

Perché siamo qui.

Ascoltiamoci.
Poi magari ci svegliamo che non era vero niente ed è stato tutto un sogno (bello o brutto?).
Ma intanto.


sabato 29 agosto 2009

Rino Gaetano e il nazionalsocialismo

Radiosystempunkt




















Rino Gaetano. Povero.

Ok che c'è bisogno di qualcosa di nuovo, che Forza Nuova e i fascisti in parlamento hanno perso un po' del loro "fascino" e a loro ci si è "abituati", che a fare gli artistoidi son capaci tutti, che le facce dei morti sono sempre più poetiche di quelle dei vivi, e che copiare è più facile che creare. O che, semplicemente, per riscrivere la storia vale tutto.
Ma il fascismo non "fa ride'". Fa schifo.

E ho letto il programma politico di CasaPound, dal loro sito (non lo linko nemmeno, se volete andateci da soli). Fa schifo.
Anche se si rischia di essere d'accordo su più di un punto e a volte ci si imbarazza a dar loro un po' di ragione (per esempio, ecco qualche punto dal programma: - Depenalizzazione di tutti i reati ideologici, associativi e d’opinione; - Difesa incondizionata dell’assistenza medica gratuita. Abolizione dei ticket; - Diritto alla casa; - Guerra all'usura; - Abolizione delle leggi che favoriscono il precariato e la cosiddetta flessibilità. (leggi potere assoluto del capitale sul lavoro); -Iniziative scientifico culturali per promuovere un consumo moderato dei prodotti di origine animale, soprattutto la carne, che porti alla fine degli allevamenti intensivi che causano enormi sofferenze agli animali, una perdita totale di qualità e l’insorgere di pericolosissime nuove malattie...).

Ma a ben guardare, fa schifo. E ci si accorge che sono solamente, anche loro, solo dei fascisti, violenti e nazionalsocialisti (per esempio, ecco qualche punto del programma: - Blocco totale e immediato dei flussi immigratori; - Edilizia pubblica stile Ventennio che cancelli dalle nostre città gli obbrobri pseudo/architettonici di stile sovietico realizzati da costruttori democristiani e architetti comunisti al solo scopo di mortificare l’essere umano, creando disagio e ghetto; - la supervisione preventiva da parte del C.O.N.I. dei programmi trasmessi al fine di evitare che siano veicoli di messaggi disgreganti, diseducativi, antinazionali o faziosi; - Ripristino della geopolitica degli “anni Trenta” verso il Mediterraneo e l’Oceano Indiano; - Ritorno all’energia termonucleare; - Ripristino della leva obbligatoria per tutti, uomini e donne al compimento del 18° anno di età. Il servizio può essere svolto nelle forze armate o nella protezione civile. Per il servizio nelle forze armate, deve essere creato un settore femminile senza limitazioni d’impiego operativo, ma gestito esclusivamente da donne. Non devono essere previsti riinvi scolastici oltre il diploma. Il servizio militare deve essere un servizio operativo armato sul modello svizzero con richiami quinquennali di addestramento fino al compimento del 45° anno di età; - L’Italia non deve avere limitazioni su nessun sistema d’arma: dalle portaerei alle armi nucleari...).
E via così. Di male in peggio. Mani nei capelli. Cose a caso.
Il passato che ritorna.

Popolari più di altri però lo sono. Più di questa sinistra italiana sicuramente. Ed è questo il punto. E' drammatico che al sociale ci debbano pensare i fasci.
E che fasci. Fasci con un simbolismo e una mitologia da teenager che hanno appena studiato il futurismo e giocano a D&D ricercando radici mitiche a cui aggrapparsi. Gente con un'immagine simpatica e accattivante, creata dal nulla. Nuova. Gente che occupa pure le case se necessario. Ma. Neofascisti. Schifo. Punto.

E ho letto il manifesto dei "Turbodinamismo", movimento "artistico" degli amichetti artistodi dei fasci qui sopra (il manifesto era sotto quello di Rino). Ridicoli. Cose a caso. Fighetti violenti con due neuroni, che, sbavando, alle domande rispondono solo con un "Perché fa ride". Ok. Tutto chiaro. Nemmeno con il punk possono centrare qualcosa. Magari... Ma. Neofascisti. Schifo. Punto.
Gente invasata che pensa d'essere gente d'azione. Con deferenza per il vestire bene...
Ma trattenere le risate è un obbligo, perché veramente non c'è un cazzo da ride'.
Leggetelo (sopra suddiviso in 3 foto).

Idiozia allo stato brado che cresce, protetta dalle istituzioni e dalle forze dell'ordine. Ottuse uguale. Basta dare un'occhiata al pacchetto sicurezza approvato dal governo. Brividi.

Ecco il conto da pagare. Oltre ad essere uno stato mafioso e clericale, è tornato definitivamente uno stato fascista (come già detto qualche post fa...). Che querela pure chi fa solo delle domande.
Che diventa terreno fertile per organizzazioni estremiste, razziste e violente.
Che non fanno ride'. Fanno schifo.
Anche se usano la faccia di Rino Gaetano.

E chissà un artista non turbodinamico, immigrato, gay e ateo, come se la deve passare in questi tempi, qui da noi nel Belpaese...

E voi come ve la passate?


sabato 4 luglio 2009

Uomini














(foto_di_Radiosystempunkt)

Paura dei numeri veri
dei numeri piccoli
di uomini con le mani
e la paura d'essere falliti più dei mariti
paura di sbagliare
di ammettere
di essere solo degli uomini

Ché ci vuole coraggio.

Fare finta
convincersi
che la propria vita sia un lavoro
sia un progetto
sia un ideale
altro
qualcosa

Sbagliarsi completamente.

È brutto
è il vuoto
è tutto

Un sollievo.

lunedì 22 giugno 2009

A Genova c'è ancora De André

foto_di_Radiosystempunkt

A Genova c’è De André. Ovunque, le sue storie. Sulle insegne delle focaccerie, sulle facce del porto, sulle frasi dei muri sporchi, sulle vie del centro. Una casbah infinita. L’odore di pesce si mischia a quello di piscio, e all’alcol delle bottiglie rotte. I negozi minuscoli dei vicoli scendono sulle bancarelle arabe, africane, cinesi, indiane. E la frittura di totani e calamari costa 3,50 euro all’etto. Fresca, bollente e ottima. Via Del Campo è piccola piccola, tanto stretta al punto che, t’immagini tutto. E le pelli sono più scure. Come se la rivoluzione industriale fosse agli albori, a sporcare i volti di carbone e mercati neri. Ma è il sole.

A Palazzo Ducale avevano prolungato la mostra dedicata De Andrè. E io e il mio amore ci siamo andati.
Più o meno 5 stanze allestite dallo Studio Azzurro.
Una, piena di lettere, foto, scritte e pagelle di Fabrizio bimbo. Anche la lettera, violenta, scritta al padre. Scritta durante il sequestro in Sardegna, suo e di Dori, bionda e bellissima. E poi, canzoni e immagini, che attraverso degli schermi trasparenti si schiantano a terra. Testimonianze importanti di un uomo importante. Della sua vita e del suo pensiero.
Nella seconda stanza ci sono delle diapositive da scegliere, che magicamente si trasformano in video/storie/interviste. Molto suggestivo e curioso. Contrariamente alla terza stanza “dei tarocchi”, di cui non vale la pena parlare…
Vale la pena invece raccontare della quarta, in cui, posizionando le copertine dei molti vinili di De André su un tavolo, si possono conoscere i personaggi, il periodo storico e le canzoni dell’album scelto. Divertente e innovativo.
L’ultima che ci rimane è una stanza con sedia e megaschermo, in cui proiettano un filmato di 4 ore e passa. Ma la saltiamo a piè pari senza rancori.

Sara era già arrivata a prenderci, ché a bere sambuca da sola si annoiava. E siamo andati dalla Marchesa ad assaggiare l’asinello. E al discount sotto i portici a comprare vino e salame. Cerca di convincerti: la sopraelevata horrida che benda la città è utile, almeno al traffico. E da lì sopra, in macchina, la vista è invidiabile.
Al porto, dopo la gabbiacquario e la galera-biosfera, assieme agli elefanti che ululano come madelaine di ferraglia e mare, mangiamo sulle zattere del molo, e torniamo a parlare di noi, a respirare lo iodio, a sbirciare negli yacht di chi muore di soldi, senza invidiarli poi troppo, stranamente.

E intanto il conflitto creativo di De André continua a espandersi dalle fondamenta di Genova, che con tutto il suo sole e il suo buio è più bella che mai. Ma anche ora che la mostra in suo onore è appena terminata, ci sono già voci di chi, scuotendo la testa, si domanda se Fabrizio oggi sarebbe contento, di questo. E secondo me, si. Lo sarebbe.
Ma della Erg, del business post mortem in suo nome, dei tarocchi via mail, della sopraelevata, dei Bravi, del Re, del suo Dio e delle sue puttane, secondo me, no.
Ma almeno ci scriverebbe una canzone…

venerdì 29 maggio 2009

A farsi i gavettoni con le mazze da baseball

(foto di Radiosystempunkt)

A farsi i gavettoni. Con le bottigliette da mezzo. La giornata è adatta. Milano è calda. Al liceo qui sotto lo sanno. Si rincorrono armati d'acqua. E tornano in classe fradici. Eccitati e felici.

A Verona invece, la sera suonavano in piazza, ma poi sono arrivati gli sbirri che volevano fare solo a gavettoni, senza musica. E hanno litigato.


E quelli che non erano in piazza a farsi gavettonare, li sono andati a prendere a casa. A ricordargli che i gavettoni mica si fanno con la vernice...
http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2009/28-maggio-2009/scritte-muri-carabinieri-case-15-giovani-writer--1501405041735.shtml

Le previsioni dicono che anche per il G8 farà molto caldo.
Occhio ai gavettoni.

venerdì 22 maggio 2009

Pandemia maiala. Altro che Kyoto.

(foto di Radiosystempunkt)

Attendere che succeda qualcosa. Come se non fosse già successo abbastanza.
Sperare che succeda qualcosa. Come se potesse servire a dare una smossa.

La mail che non dice nulla. Piena di inviti a eventi a cui non andremo mai. Le mail degli amici sono sempre poche. Tra amici è più facile al telefono. In teoria. O di persona. In pratica.

Repubblica e Corriere che online si copiano foto e articoli. Io che non c'ho un cazzo da fare li leggo spesso...
Assieme a moltissimi altri, aspettiamo una notizia dell'ultima ora, che ci faccia sobbalzare di gioia, non di paura, non di rabbia. Ma così si butta via il tempo, perchè non succede niente. O meglio, niente di così ecclatante che ci possa far uscire dalla pentola in cui ci stiamo cucinando. Ma niente. Tutto scorre al solito. Un passo alla volta. Un grado alla volta. Senza strappi.
A parte qualche pandemia maiala che speriamo non ci tocchi troppo da vicino, ma che potrebbe portare grandi vantaggi alle industrie farmaceutiche e agli eventuali sopravvissuti. Anche da un punto di vista ambientale sarebbe una bella svolta un pianeta con un'umanità decimata. Altro che Kyoto.
Certo. Speriamo sia tutta fuffa mediatico/politico/farmaceutica, che altrimenti, a parte gli aspetti positivi di cui sopra, sarebbe una tragedia.
E' che le commedie cominciano a infastidirmi seriamente.
A parte il solito vecchio Boris. Che però è tragico (povero pesciolino...).

mercoledì 20 maggio 2009

Il sosia di Berlusconi e la ganja

(foto di Radiosystempunkt)

A te, per 2 grammi di fumo ti spaccano il cazzo.
E se ti trovano addosso un'altra canna, ti processano. E ti mandano a pisciare al Sert in buona compagnia...

A lui, per 600.000 euro non gli fanno un cazzo.
E se scoprono che corrompe qualcun altro, non lo processano. Che poi, mica serviva il sosia di Mills per capire...

GIU'!
Oppure aspettiamo che il sosia di Obama legalizzi duro. E poi, tutti in California.


mercoledì 25 marzo 2009

Lettere in sequenza che si incastrano addosso

(foto di Radiosystempunkt)

PREMESSA:
Le lettere in sequenza che si incastrano addosso sono temporanee, e volatili. E per fortuna. Per esempio: Berlusconi, è una parola che si incastra addosso. Con tutte le sue conseguenze. Nulla di artistico, ovviamente. Disoccupazione anche. Ti si incastra addosso. Speri che sia una di quelle che scivola via. Scivola via. Ma non scivola. Poi Immigrato. Quanto ti si incastra immigrato? Per non parlare di Amore, banale, ma quasi sempre velcro. Guerra invece ora scivola via, ma sta quasi finendo il lubrificante. E gli obbiettori di coscienza si allenano già a sparare con la Wii. Anche Informazione adesso scivola via come olio in streaming che innalza solo i nostri livelli di colesterolo morboso. E adesso che c’è da cambiare tutto, che bisogna fare qualcosa per forza, che non funziona più niente, solo gli assegni di disoccupazione fanno gola. Come anche le rivoluzioni. Come anche le elezioni. Peraltro, decisamente meno complicate da portare a casa. Ché non sono sbagliate le persone. Ognuno ha sempre ragione. Anche se può sbagliarsi. L’ideale, sarebbe fondare tutti assieme una gigantesca società senza scopo di lucro. Ma queste lettere sono solo una cosa come un’altra per ubriacarsi a gratis, e parlare a più persone contemporaneamente… A stare bene.


RADIOSYSTEMPUNKT
Lettere in sequenza che si incastrano addosso

Salto in alto mare pesco trote La vita è una sfida Una frase banale che sa di aranciata Assaggiata Vorresti già una cedrata. 27 anni più di un quintale 190 cm. Parla parla che forse poi ti ascolti anche tu parla parla che non ne può più, o è solo un atteggiamento, compressione, comprensione, compassione, amorevole nei tuoi, nei miei. Confronti. Due mondi. Ma chi scegli? Nessuno, è chiaro Alessia. Tra due rotaie mi dai corda ed io la lego al collo, che magari mi rimane anche un ricordo o qualcosa più. Lui parla ancora e oramai congratulazioni. Milano treno Verona non si droga non smette parla legge riviste commenta ci tiene chiede, per ascoltare parlarsi e parlare vive così trova il modo di non annoiarsi annoia le vittime di turno costruisce relazioni di complimenti e stima non reciproca pubblicità progresso test di intelligenza senza risultati per il paziente: diagnosi il medico parla si perde cosa vuole? Da lei? Di che sicurezze si vuol riempire? È questo comunicare? Parlare? Mi viene da farti tacere con nessun diritto tra le dita, ma gomiti duri e forti. Cosa vivi agenteimmobiliarecasamonobitriquadri? Apprezzi il cashmire scarpe fatte a mano non hai nome senza nome sei: scarpe fatte a mano dal calzolaio di fiducia. Non il tuo! Parla parla palestrato ex ciccione complessato rinato grazie a Milano complice in agguato, sei come un personaggio dipinto finto occhiali ovali orologi rari partiti e religione materia pura contro il mono per non perdersi il senso delle cose più cose mai troppe voglia di capire perchè siamo un ascensore senza corrente imprigionato al sottoterra, rimaniamo chiusi a schiacciare i piani alti, l'allarme, non parte, ma non si esce potrebbe sbloccarsi da un momento all'altro e intanto apprezzamenti coraggiosi, banali e imbarazzanti contatto fisico minimo e fastidioso voce e volume non lasci scampo bravo. Quantomeno interessante e snervante fino allo stremo deprimente come la depressione di un luogo calpestato e comune. Ci vuole tutto anche tu quasi calvo pelo rubio anche Alessia che ascolta interviene, ma non si interessa o almeno così vuole farmi credere, credo: questo è comunicare. Cosa poi voglia dire è tutto da vedere da scoprire e casomai possedere sorride davvero o almeno credo, vuole che guardi che sorride, che si sta prendendo gioco della palla che le rimbalza attorno. Saluti e buon viaggio devi andare… Ciao è stato un piacere sedere e guardare che sei bella e magra seria e occupata non preoccupata ma impegnata brava. E non ti rivedrò mai più. Ti leggerò assieme un ciccione che ti ha parlato troppo tempo per cosa? Perchè? Per scopare? Con te? ahh!!! No? Caos Splendido. Mohammad beve birra prima lavora con la gru poi torna a Milano e beve birra tanta la faccia è stanca è gentile e non si aspetta che qualcuno lo sia con lui arabo uomo. Nella lista I posti mai visti Le cose da fare Sigarette da buttare I lavori da lasciare Le donne da mare Le donne da amare Le cisti Gli interventi I cambiamenti Le stasi Le scuse Le cure Pulizie da finire Polizie da picchiare Le cose da non dire Le prove da provare Le canzoni da cantare I voti persi I sogni da afferrare Allarmi da lanciare Evidenze negate Spiegazioni non date Famiglie abbandonate Le rivoluzioni Gli allenamenti I sudori freddi I brindisi ai morti I cin cin agli anni bisesti. Alle Scale, Agli Uomini, Agli Immobili Salire per scendere si scende e basta su scale mobili in immobili di scale mobili ci vengo dentro ci compro un senso mi muovo più veloce io lento ti guardo la gonna dall’alto da sotto se salgo conto chi cerca lo sguardo chi non alza il volto chi può andare meglio chissà probabilità e calcoli distorsioni e moltiplicazioni fratture e divisioni convergenze e conversioni fughe e comunioni mi avvicino a te a debita distanza un gradino non basta ma due di gentilezza per sicurezza poi io a sinistra, e tu a destra. Non.Lavoro Non ho tempo per la verità Mi occupo di occuparmi Non di un’occupazione qualunque Occupare me stesso Occupare l’oggetto che occupa l’oggetto stesso di me Me stesso Il corpo e il suo contrario e inverso I temporali mi scaricano addosso Le loro idee I tempi morti Della semina e dei raccolti Facendone aspettare la fine. Tempo prezioso Occupabile al lavoro Perdere tempo non sempre equivale al riposo Per questo non mi sposo Per questo mi drogo A.Lavoro. La prima sera è ancora presto Già troppo tardi Per tutto il resto E adesso il monte si sveglia E così sia Poltiglia. Al banco Il solito che ho il vomito anche oggi è finita anche oggi è andata una passeggiata di salute ammalata che non basta un’aranciata… che ci vuole una virata decisa ostinata e contraria sicaria più aria creare materia per riempire il vuoto del mercato al banco della frutta «le fragole a dicembre son più buone il freddo le mantiene bene» rispondo «voglio pane quello lo fai la mattina» «No! È da scongelare!» e dirti t’amo è un rischio a cui mi sono esposto un problema che non ho risolto salato come il mar morto «un ferro da cucire storto a che mi serve per l’inverno!»un dire vado e non mi sposto un dire cado e invece svengo un dire esco e invece dormo «chissà che bel ricordo…» «non ricordo, è passato troppo tempo, è solo e sempre il tempo che modella come pongo il dittongo di me con il mio dentro di ciò che vivo e sento e il mio cuore è sempre spinto questione di dosaggio anche s’è solo in rodaggio ma con la crisi del greggio... buono se arrivo a maggio. Tu dai tutto per scontato è per questo che sei giovane io do tutto per scontato è per questo che sono vecchio. Ti amo così tanto che non riesco neanche a dirtelo Ti amo così tanto che non riesco a dimostrartelo Comincerò a odiarti un po’ Per amarti almeno il sabato Comincio subito. Come un fiore al tramonto Muto quando te ne vai Muto quando arriverai Muto come l’oceano In preda alla luna Muto scena Filo e cruna. I nostri spazi in affitto Bianchi subito sporchi Ci aspettano anche stasera Dopo una giornata con le scarpe bagnate Una cena con te Verdure OGM supermarket Acqua che bolle farfalle E un pugno di sale Il pane è vecchio Ma ti amo anch’io Senza speranza Per ora basti tu E non avanza niente Abbiamo gli occhi stanchi E il sorriso di chi si vuole dormire addosso Abbandonati a quello che ci siamo fatti Progettiamo di fare di più Di avere più tempo Di andare in vacanza Di avere una stanza Per noi Senza una sveglia che suona Se È tardi E devo andare E anche tu. Dopo il caldo giorno dell'attesa cambia la temperatura il vento tace il freddo scorre con calma ritorno a galla respiro ammiro il risultato il sudore asciugato il mondo incantato la favola di un prato in cui ho vissuto un minuto e se domani torna il sole costruiscono palazzi sui fiori gialli e la primavera arriverà più tardi e i profumi saranno scarsi i frutti marci i semi a terra che aspettano la pioggia tutto e basta una lacrima non basta un sorriso che mi schiva arriva giusto dopo cena come la pena di una storia in fuga di una sola paura di un'estate che non dura il tempo di una candela la mia sfera di cristallo parla quando mi sposto e la mia mamma vuole abbracciarmi e io anche e mio padre vuole salvarmi e io anche e mia sorella ora è sola e io anche lassù fa blu e qua si sta come va lallallallallallallallallalalalalla terra che sogno amore nascosto prima o poi ti trovo di nuovo e ne regalo un po' anche a voi. Baci tanti.


CONCLUSIONE:
“Il partito del buon senso" è pericoloso per tutti, ma il capo è impunibile le violenze autorizzate il fascismo è simile, il comunismo mistico e anacronistico, l'antifascismo un valore l'antiberlusconismo pure e l’antiproibizionismo non è cosa per schiavi e bambini poverini. Le droghe sono tante ma la ganja è sempre poca il lavoro anche il precariato ovunque le dipendenze indotte e protette più armi per tutti. La famiglia si allarga la chiesa si allarga l’omofobia avanza i goldoni armi di distruzione di massa abolite le minchie dure la religione si chiude in una bara di martiri e paure. L'Italia bulla e nucleare si ruba da sola la merenda, la musica si fa, non serve che venda il futuro è qua ma la politica aspetta l'etica è sospetta sembra una vendetta la censura non così netta. Il passato poi ritorna nel presente che sogna, l'amore colma i sensi di colpa, la guerra sfonda quadrata la pace è tonda e ferma non è mai stata l'umanità immonda l'immigrazione pronta alla ronda, il porno una necessità la scuola una banalità l'università una società di guerriglieri in liquidazione, capirci qualcosa un sogno come la pensione. Le basi americane pompano acido solforico, Obama è come un nuovo Cristo ma più fotogenico il terrorismo puzza di resistenza la crisi da ultima speranza il diavolo da farsa, ma non possiamo farne senza, i media? Pazienza… Con il patrocinio di questo governo, la primavera non incanta, più, chiuso in una stanza. Teniamocela in tasca Attacchiamola alla giacca Ma beviamola alla goccia, ‘sta tazza. Anche se scotta.


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